Biografia

Nicola Zanca

Sono nato a Bondeno il 6 marzo 1985. Risiedo a Gaiba, il paese in cui affondano le mie radici familiari. Da mio padre Remo, operaio specializzato al Petrolchimico di Ferrara, ho appreso il valore dell’impegno e della concretezza; da mia madre Rossella, sarta di talento, ho ereditato la cura e la precisione; valori che, insieme all’esempio di mio fratello Tommaso, fisico teorico, hanno contribuito a orientarmi verso un percorso di studi scientifici. Dopo il diploma al Liceo Scientifico Roiti di Ferrara, ho conseguito con lode la laurea magistrale in Chimica e un Master in Scienze, Tecnologie e Management all’Università di Ferrara […]

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Perché mi piace la vita al servizio della comunità, il contatto diretto con le persone, l’idea di potere dare il mio contributo, fatto di una visione e di esperienza.

Perché essere sindaco di una piccola realtà come Gaiba fa comprendere subito se si è tagliati o meno per il ruolo istituzionale. Nelle piccole comunità ci si mette la faccia, non si delega, non esistono alibi per non essere all’altezza dei bisogni e delle aspettative dei concittadini, che oltre che necessità esprimono speranze e desideri. Perché questi bisogni e aspettative sono anche i miei, della mia famiglia, dei miei amici. So cosa mi viene chiesto.

Perché anni fa sono tornato dalla Finlandia, dove stavo facendo un progetto di ricerca post dottorato, per fare il sindaco di Gaiba, stravolgendo la mia vita e ipotecando, per molti, il mio futuro. Ne parlarono i media nazionali. Il mio era stato un percorso al contrario. Non me ne sono mai pentito. E’ stata la strada giusta su cui voglio continuare. Dare valore alle mie radici.   

Perché credo che il Polesine meriti di essere rimesso in gioco. Nell’immaginario comune siamo spesso pensati come la parte più fragile del Veneto, la più spopolata, quella col segno meno in tutte le voci. Meno imprese, meno servizi sanitari, meno nuovi nati, meno giovani, meno reddito. Ma il Polesine è ben altro. E’un territorio pulsante, con grandissime potenzialità, dalla manifattura all’agricoltura. E’ quindi un’area che può diventare attrattiva per insediamenti produttivi e di conseguenza residenzialità. Dove c’è lavoro, ci sono famiglie e investimenti in welfare.  Io sono contrario alla rassegnazione, che mortifica le idee e diventa un alibi.   

Perché essere eletto come consigliere della Regione Veneto sarebbe un modo per portare il Polesine nel consesso per eccellenza deputato alle politiche di sviluppo e del lavoro, laddove si decide su sanità, ambiente, viabilità e altro.

Perché sarebbe per me una grande soddisfazione, ma anche un impegno, un’assunzione di responsabilità.

Perché chi mi conosce sa che nei miei modi moderati vi è la costanza della determinazione, la convinzione che non esistono idee di miglioramento non perseguibili. Perché ho sempre avuto voglia di portare trasformazione, innovazione, buone prassi anche da quell’Europa in cui sono andato come sindaco di un piccolo paese.

Perché chi non mi conosce, può valutare la mia esperienza amministrativa, la mia capacità di ascolto, la mia lealtà. Può seguirmi, contattarmi, farmi domande.

Perché io non prometterò che mi farò carico dell’impossibile per accontentarvi prima e deludervi poi. Mi atterrò alle competenze, tante, di un Ente, la Regione appunto, che ha un ruolo chiave nelle politiche strategiche legate alla nostra qualità della vita e quindi al nostro benessere o malessere.

Non sarai più sindaco? Qualcuno mi chiede. No, ma affiderò il Comune a chi, in questi anni, ha lavorato con me. Ci sarà continuità. Rimarrò sempre vicino all’Amministrazione. Come consigliere potrò farmi direttamente portavoce delle istanze del Comune di Gaiba e degli altri Comuni del Polesine. Continuerò a vivere a Gaiba e questa vicinanza sarà una garanzia di impegno. Un consigliere regionale non si limita a stare a Venezia, deve fare attività sul territorio che rappresenta, in cui chiede i voti, quindi il Polesine, e io con orgoglio intendo rappresentarlo.

I temi di mio interesse?

SANITA’ PUBBLICA, da intendersi come valorizzazione della medicina territoriale, in grado di dare risposte alla popolazione anziana e a un territorio vasto. Servono gli ospedali per acuzie, ma servono anche presidi in cui eseguire esami strumentali, visite specialistiche, prelievi, senza percorrere distanze, senza ricorrere necessariamente al privato. Anche da qui passa la sicurezza.

AMBIENTE: strettamente connesso al concetto di sviluppo, deve preservare il Polesine dall’invasione di impianti fotovoltaici/agrivoltaici/biomasse, che deturpano il territorio e non portano un’occupazione proporzionata. La sostenibilità è un obiettivo che chiama in causa tutti.  

FORMAZIONE PROFESSIONALE: manchiamo di operai specializzati, ormai richiesti in qualsiasi azienda. Un aspetto che disincentiva chi potrebbe decidere di investire in Polesine.

VIABILITA’: non sono terminate le arterie di collegamento. Questo produce isolamento. Le strade, le buone strade, servono anche per le realtà che fanno export.  E tanto altro.

 

Sono candidato nelle file del Partito Democratico. Sono sempre stato un civico di sinistra, quindi, candidandomi come consigliere si tratta di un approdo naturale. In questi anni da sindaco ho trovato nel PD collaborazione per tanti progetti. Ringrazio anzi il PD per avere riscontrato in me un candidato credibile pur senza tessera.

Questi sono, in breve, i motivi della mia candidatura. Su questa pagine, troverete via via tutti gli aggiornamenti su incontri e temi alla mia attenzione.

Vi aspetto sabato 27 settembre, alle 18.00, alla Sala Civica XXV Aprile.

                                                                                                       Nicola Zanca

Ho deciso di candidarmi perchè…


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10.10.2025

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“In questi giorni è ripartito il dibattito sul nucleare, ovvero sull’opportunità di realizzare centrali, anche in Polesine. Una ipotesi che non mi trova d’accordo per diversi motivi, che spiego.
1. Primo, l’Italia ha già detto “no” al nucleare due volte, e in modo netto. Nel referendum del 1987, dopo il disastro di Chernobyl, gli italiani votarono per l’uscita dal nucleare civile. Nel 2011, con un’affluenza superiore al quorum, il 94% dei votanti si espresse per abrogare le norme che prevedevano la costruzione di nuove centrali. Quella voce resta attuale: secondo un sondaggio di Legambiente del 2024, l’81% degli italiani è contrario al ritorno del nucleare, ritenendolo troppo costoso, pericoloso e inutile rispetto alle rinnovabili...”

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